A Torino un Natale coi fiocchi per i collezionisti di auto d’epoca

Per i collezionisti d’auto d’epoca si preannuncia un Natale coi fiocchi a Torino: lunedì 14 dicembre 2015 si svolgerà presso la Casa d’aste Sant’Agostino un’importante asta con alcuni pezzi di particolare interesse per i collezionisti di automobili di tutto il mondo.
Si tratta di 48 auto d’epoca: a partire dalla Fiat 500 “lusso” di colore blu del 1972, fino all’imponente Isotta Fraschini tipo 8A del 1928. La Tipo 8 era stata presentata al termine della Prima Guerra Mondiale dall’ingegner Cattaneo, progettista-capo dell’Isotta Fraschini: si trattava della prima automobile al mondo con motore 8 cilindri a valvole in testa. La vettura messa all’asta ha un motore di 7.300 cc e fu allestita dal carrozziere Cesare Sala di Milano tra il 1927 ed il 1928, su commissione del concessionario inglese della Isotta Fraschini. Si tratta di un esemplare unico che l’importatore tenne in esposizione a Londra fino all’agosto 1931, quando la vettura fu venduta ad Antonio Tamburini di Tolosa ed immatricolata per la prima volta in Francia. Negli Anni Sessanta fu ceduta al Museo dell’Automobile di Le Mans, per poi diventare il fiore all’occhiello della collezione di Sergio Pozzoli che la inviò negli USA per installare un servosterzo prodotto per le vetture Isotta Fraschini, rendendone la guida facile e fluida senza alterare l’originalità del veicolo. Nel 1996 fu immatricolata in Italia da un collezionista bresciano e nel 1999 fu oggetto di un restauro molto approfondito e curato.
Non mancheranno auto meno note al grande pubblico, come ad esempio la Jewett Jupiter del 1951, con carrozzeria fuoriserie Rawson prodotta in soli 4 esemplari. Il modello, che fu presentato nell’ottobre del 1949 al Salone di Ginevra e prodotto sino al 1954, si distinse nelle gare automobilistiche vincendo per 3 anni consecutivi a Le Mans nella propria categoria d’appartenenza. La vettura che andrà all’asta ha l’allestimento “Gran turismo” con particolarità quali la radio La Voce del Padrone e la carrozzeria in alluminio, costruita con tecniche dell’industria aeronautica. Il prezzo della vettura con carrozzeria originale era di circa 1.100 sterline, mentre una Jaguar XK 120 ne costava circa 200 in più.
Il mondo dei “Lancisti”, sempre più amareggiato per la scelta di Sergio Marchionne di abbandonare definitivamente il marchio Lancia, sarà interessato da tre vetture con un’importante Storia alle spalle.
Si parte dalla Lancia Aurelia B20 GT (III serie) del 1953, con motore elaborato da Trivellato con una potenza di 175 cv e l’immancabile volante Nardi. La vettura è icona di un periodo in cui le auto non erano soltanto frutto di freddi calcoli da ragioniere ma esprimevano anche sentimenti che spesso si scontravano proprio con la razionalità degli amministratori. Fu Gianni Lancia, allora giovanissimo, a volere questa vettura, scontrandosi con la dirigenza della Lancia (e con altri membri della sua famiglia): nacque così il mito B20. Le Aurelia (nelle versioni berlina, GT e spider B24) furono prodotte fino ametà degli Anni Cinquanta, con il motore progettato da Vittorio Jano e la carrozzeria di Pininfarina, esprimendo appieno le caratteristiche della Casa di Borgo San Paolo: raffinata tecnologia e grande comfort di marcia.
Si passa, con una vettura del 1963, alla Flaminia Convertibile 3C. Si tratta del modello a cui Lancia assegnò l’impegnativo compito di colmare il vuoto lasciato dalla Aurelia B24 e che fu presentato pochi mesi dopo l’arrivo sul mercato della Flaminia coupé. Per la vettura fu scelto il nome di “Convertibile” invece di quelli più diffusi come spider o cabriolet. Le caratteristiche tecniche e le prestazioni del coupé e della Convertibile erano praticamente uguali, così come il prezzo (3,2 milioni di lire: poco meno di 1.700 euro).
Si arriva infine alla Lancia Fulvia HF. Derivata dalla Fulvia berlina, frutto della matita di Piero Castagnero, la Fulvia coupé viene presentata al Salone di Ginevra nel marzo 1965 (50 anni fa…) e si caratterizza esternamente per l’abitacolo a torretta, che garantisce un’ottima visibilità. Omologata come 2+2, la Fulvia Coupè 1.3 ha la trazione anteriore e condivide con la berlina il motore anteriore longitudinale a 4 cilindri con due carburatori doppio corpo, progettato da Ettore Zaccone Mina e caratterizzato da una particolare architettura a V stretto di 13° e inclinato di 45° per ridurre l’ingombro in altezza, con una sola testata per le due bancate di cilindri. Il mito Fulvia coupé si costruisce nel mondo dei rally: una storia piena di successi che porta a sviluppare la vettura con la versione 1.6 HF come il modello del 1970 che va all’asta.
Non mancano le Ferrari, tra cui una Testarossa. Un modello presentato al Salone di Parigi del 1984 con l’appellativo già usato dalla Casa di Maranello per le gloriose vetture sport degli Anni Cinquanta. Disegnata da Pininfarina, con una linea di notevole impatto, caratterizzata da prese d’aria molto pronunciate sulle fiancate, la vettura montava un 12 cilindri boxer, il più potente installato –in quel periodo- su una vettura sportiva di serie con 390 CV, con quattro valvole per cilindro, di 4943 cc. La vettura fu prodotta in 7.177 esemplari fino al 1991: quella che va all’asta, con il tipico colore “Rosso Corsa Ferrari” presenta ancora l’etichetta di Walter Bordese, lo storico concessionario Ferrari di piazza Adriano a Torino.
In un’importante asta non possono mancare le Jaguar: è presente una XK 120 OTS del 1952, in colore grigio con gli interni neri. Monta un motore 3.4 a sei cilindri in linea da 160 CV e presenta diverse componenti in alluminio come le portiere, il cofano anteriore e quello posteriore. Niente maniglie esterne: per aprire la vettura bisogna spostare una linguetta posizionata vicino ai finestrini.
Rolls Royce, Alfa Romeo, Ford, Lamborghini, Porsche, ecc.: tante e belle le vetture.
Per qualcuno, dunque, Babbo Natale arriverà su una vettura d’epoca…
Intanto, per consentire ai collezionisti di esaminare il parco auto, è stato predisposto un ricco catalogo, oltre alle schede informative disponibili sul sito della Casa d’aste torinese.
Fino alla sera dell’asta, inoltre, tutte le vetture sono in esposizione presso la sede in corso Tassoni 56 a Torino, in quello che fu il Mulino Feyles, o Mulino Martinetto, e che costituisce uno dei primi esempi di archeologia industriale della città di Torino.
L’edificio poggia le sue fondamenta su un impianto molitorio già presente nel XVI secolo, alimentato dal Canale dei Molassi, per la prima volta tracciato in una planimetria del 1781.
L’attuale facciata è stata progettata nel 1877 e l’intervento di ristrutturazione ha visto l’inglobamento in un unico edificio del Cuoificio Laurenti con una vecchia filanda di seta.
Per tutte le informazioni e gli orari è possibile consultare il sito della Casa d’aste Sant’Agostino.
La galleria completa delle immagini è disponibile sulla pagina di OkFoto.it dove troverai molti album di fotografie dedicati alle auto d’epoca.