Preraffaelliti, l’utopia della bellezza in mostra a Torino

Preraffaelliti, l’Utopia della bellezza è il titolo della mostra che sarà ospitata nelle sale di Palazzo Chiablese negli spazi del Polo Reale dal 19 aprile al 13 luglio 2014.
Una occasione irripetibile per i turisti che decideranno di trascorrere il lungo ponte di Pasqua nella capitale sabauda e che potranno ammirare la grande bellezza di settanta capolavori della Confraternita dei Preraffaelliti, summa pittorica dell’età vittoriana, provenienti dalla collezione della Tate Britain, arrivati a Torino dopo un tour nelle principali capitali del mondo, tra cui Washington, Mosca, Tokyo, prima di rientrare a Londra dove verranno custoditi in un’ala dedicata del Museo e da cui non usciranno per molti anni.
Benché la Tate abbia prestato, in passato, singole opere preraffaellite a mostre italiane, la mostra di Torino è la prima esposizione rilevante della sua straordinaria collezione di opere preraffaellite che si sia mai svolta in Italia. La mostra, che comprende dipinti famosi come Ofelia di John Everett Millais e L’amata di Dante Gabriel Rossetti, è stata realizzata e curata da Alison Smith e Caroline Corbeau-Parsons.
Promossa da Comune di Torino, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino, la mostra è prodotta da 24 ORE Cultura e realizzata in collaborazione con la Tate Britain e ha ottenuto il patrocinio del MiBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
La storia della Confraternita dei Preraffaelliti ha inizio nel settembre 1848 con tre giovanissimi artisti, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Holman Hunt, decisi a ribellarsi al soffocante establishment dell’epoca per creare opere ispirate direttamente alla natura, alla storia, alla religione e alla letteratura. La Confraternita aveva l’obiettivo radicale di cambiare la società attraverso l’arte, ispirandosi agli ideali del passato e del primissimo Rinascimento.
I Preraffaelliti hanno dipinto i loro paesaggi en plein air per riprodurre il più fedelmente possibile ogni fiore e ogni stelo d’erba: i materiali usati, i luoghi dove sono stati dipinti e il risultato con cui questi paesaggi appaiono allo spettatore, non ha riscontro in tutta l’arte paesaggistica precedente. Le loro donne sono persone in carne e ossa, con una sensualità mai celata e spesso ostentata. I loro colori, presi direttamente dalla natura, hanno un’intensità di gioiello, la luce è quella cristallina e diretta del sole. I loro quadri raccontano una storia e puntano sempre a un forte impatto emotivo. La religiosità, tema spesso presente nei quadri dei Preraffaelliti è espressa con una intensità che all’epoca sconvolse i critici d’arte vittoriani come Charles Dickens, ma che incontrò invece il favore di John Ruskin, loro sostenitore e mecenate.
Lo sguardo dei Preraffaelliti si rivolse anche alle questioni sociali del loro tempo: la mostra dà conto del loro pensiero politico tradotto in opere che si caratterizzano come una critica alla società industriale e un richiamo al passato in cui l’industria non aveva ancora corrotto l’Inghilterra, anche sulla spinta delle idee del loro mecenate John Ruskin, che sosteneva idee molto radicali in proposito.
A sottolineare l’importanza della mostra la partecipazione alla conferenza stampa di stamane di Donatella Treu, AD del Gruppo 24 Ore, del sindaco di Torino, Piero Fassino, e dell’assessore alla Cultura, Maurizio Braccialarghe, che hanno confermato il forte impegno della città per consolidare il ruolo di Torino Capitale della Cultura, della direttrice della Tate Britain, Penelope Curtis e della co-curatrice Caroline Corbeau-Parsons, con Edith Gabrielli, Mario Turetta e Luca Beatrice, collaboratore per la mostra in Italia.
www.mostrapreraffaelliti.it