Ferragosto in città
Ci sono stati anni in cui La Stampa, per dare ai lettori un’idea della città “chiusa per ferie”, in occasione del Ferragosto pubblicava una fotografia di piazza san Carlo deserta: erano gli anni in cui la piazza era ancora adibita a parcheggio e quindi quel contrasto tra la piazza piena di auto dei giorni lavorativi e la piazza deserta a Ferragosto era molto significativo, soprattutto erano gli anni in cui le vacanze dei torinesi (e non solo) erano in qualche modo condizionate dalla chiusura per ferie degli stabilimenti Fiat. Poi arrivarono le difficoltà e la crisi del Gruppo Fiat e quelle partenze di massa per le vacanze rimasero un ricordo. Da tempo, eliminato il parcheggio in superficie, piazza san Carlo è tornata alla sua bellezza architettonica e per fotografarla deserta non è più necessario attendere Ferragosto. Gli stabilimenti Fiat sono spesso chiusi, non per le ferie ma perché le maestranze sono in cassa integrazione, in attesa che FCA metta in produzione i sempre annunciati nuovi modelli. Per cercare di uscire dalla crisi economica conseguente alle difficoltà della FCA, da anni l’area metropolitana di Torino sta cercando di inserirsi nei circuiti internazionali del turismo, puntando sulle bellezze storiche e paesaggistiche, oltre che su iniziative culturali.
Certamente sono stati fatti progressi (neppure troppo difficili da conseguire quando, come nel caso di Torino, si partiva praticamente da zero): ma c’è ancora molta strada da percorrere perché l’economia di Torino possa contare in modo significativo anche sul Turismo.
Coloro che hanno scelto Torino per il lungo ponte di Ferragosto, per visitare le importanti mostre in cartellone, hanno trovato la bella sorpresa di alcuni musei con biglietti a prezzo ridotto e con orari di apertura prolungati, non si sono trovati di fronte a quelle chiusure per turno settimanale difficili da spiegare (si tengono aperti i supermercati e si chiudono i musei); sono invece mancate quelle iniziative di richiamo turistico, da affiancare all’offerta museale che, visto che non esistono nella tradizione torinese, vanno create: come dovrà essere predisposta una accoglienza per i turisti che si spostano in camper.
Secondo Francesca Tonini, direttore generale APC Associazione Produttori Caravan e Camper, “ogni anno sono circa 3,9 milioni gli Italiani e 2,8 milioni gli stranieri che percorrono le strade della Penisola a bordo di questi veicoli, generando a loro volta un fatturato annuo di 2,9 miliardi di euro per un totale di 52 milioni di notti”.
Per i Torinesi rimasti in città, Ferragosto è stata l’occasione per vedere angoli ormai nascosti da anni: come la stazione di Porta Nuova, ad esempio. Un cantiere, quello della ristrutturazione e per la costruzione del parcheggio sotterraneo, che è stato aperto circa sei anni fa e che, in questi giorni, ha visto liberare una parte della facciata della stazione dalle impalcature, consentendo di ammirarne i colori originali.
Ci sono anche curiosità che si sono potute notare data la scarsità del traffico: come i rattoppi delle lose di via Po, fatti in asfalto (pare costi meno e richieda minore manutenzione) “ornato a losa”!
Ferragosto è anche l’occasione per fare un giro sui tram verdi d’epoca, per apprezzare l’ombra dei portici di Torino (con i lampioni che aspettano da tempo di essere lavati), per applaudire i bravi artisti di strada che si esibiscono in più punti della città, per vedere da vicino il grattacielo della Regione Piemonte che, dopo le forti polemiche sui costi, sulle parcelle dell’archistar Fuksas, arrivato a pochi passi dalla conclusione dei lavori, è incappato in un’altra vicenda tutta italiana (fallimenti delle imprese costruttrici): per cui si parla già di forti ritardi circa la consegna dei nuovi uffici. Un altro cantiere infinito? Speriamo di no.
Torino (e tutto il suo territorio) è molto bella; ha bisogno di una forte scossa per recuperare gli anni passati a piangersi addosso (“le altre città ci portano via tutto…”).
Soprattutto Torino non è solo fatta di via Roma e zone limitrofe: arriva (e ci limitiamo soltanto a qualche indicazione) fino alla Palazzina di Stupinigi, alla Basilica di Superga, al Castello di Moncalieri, al Castello di Rivoli.
C’è tanta strada da fare, in tutti i sensi.