Il DNA della Jaguar F-type Project 7

Il DNA della Jaguar F-type Project 7

 

Jaguar Project 7 al Museo dell'Auto di Torino Cesar Pieri è Creative Design Manager di Jaguar e, come tale, ha fatto parte del team che ha seguito il progetto della F-Type Project 7. Giovedì scorso, 5 maggio, Pieri ha raccontato la storia e le tappe del processo creativo e realizzativo della Jaguar Project 7 in un incontro rivolto agli studenti delle scuole di design, ai designer, agli addetti ai lavori, alla stampa, e a tutti coloro che, appassionati di automobilismo, non hanno voluto perdersi l’occasione di partecipare. Il workshop di Cesar Pieri si è tenuto nell’Auditorium del Museo Nazionale dell’Automobile, registrando il tutto esaurito.

Presentata al Goodwood Festival of Speed nel 2014 e costruita in soli 250 esemplari, la F-Type Project 7 è una spider che deriva il suo nome dalle sette vittorie che Jaguar ottenne a Le Mans tra il 1951 e il 1990 (un record per un produttore britannico) mentre il suo colore blu ricorda le vittorie della Jaguar D-Type del 1956 e del 1957. Sotto la supervisione di Ian Callum, Director of Design, Project 7 è passato dall’essere un bozzetto sperimentale creato da Cesar Pieri all’essere un prototipo pronto per la strada in soli quattro mesi.

Cesar Pieri con Rita Colomba e il direttore del Mauto

Il workshop di Pieri, che ha preso la parola dopo il benvenuto da parte del direttore del Museo dell’Automobile Rodolfo Gaffino Rossi, ha coinvolto i presenti perché il designer, dopo aver chiesto permesso al pubblico, ha tenuto la sua conferenza in inglese: potendo così essere ancora più netto e determinato nell’uso dei vocaboli. Per il Creative specialist di Jaguar si è trattato di un ritorno al Museo dell’Auto di Torino, dove lo scorso 24 marzo aveva inaugurato la mostraThe Jaguar Heritage Project. Bonnet Artwork Collection & Iconic Design Cars” organizzata dal Museo Nazionale dell’Automobile in collaborazione con Jaguar Italia, aperta sino al 17 maggio. Un luogo che Pieri ha definito magico per la bellezza dei modelli e delle collezioni di auto esposte; un luogo da visitare più volte, perché in ogni occasione si scoprono nuovi stimoli e nuove suggestioni.

Cesar Pieri al Museo dell'Automobile di Torino

Dopo un brevissimo ricordo delle sue esperienze professionali (dalla GM nel 1997, passando (per soli 5 mesi) anche in Fiat Professional, fino al Politecnico di Milano, nel 2010), Cesar Pieri ha preso a parlare di Jaguar, da lui descritta come una società molto speciale, con prodotti innovativi e un approccio esclusivo allo sviluppo dei nuovi modelli.

A mano a mano che Pieri raccontava la sua esperienza veniva fuori la grande passione che ha per il suo lavoro e l’ammirazione che nutre per il marchio del giaguaro.

Ogni linea deve essere tracciata con amore: per dare a chi la guarda emozioni, molte emozioni, per fare sì che la linea della vettura sia unica e desiderabile, semplice, pulita. L’automobile deve creare un’atmosfera: al punto da essere percepita come una icona, deve dare prestigio a chi la usa, deve possedere una forte personalità” ha detto.

Tutto questo accade in Jaguar dove ogni modello, da sempre, è caratterizzato da un particolare profilo (“fast profile”) e da una particolare struttura (“tapered plane shape”) che rendono le automobili Jaguar uniche. A ciò si aggiunga l’importanza del rispetto delle proporzioni tra le varie parti della vettura: elemento che Pieri considera fondamentale per il successo dell’auto.

Dettagli non comuni, bellezza, potenza dei motori (ma il senso di potenza deriva anche dal design dell’auto), rifiniture “sartoriali”, il cofano che diventa una scultura con le sue linee e le sue curve completano le caratteristiche del successo Jaguar.

Tutta la sua relazione è stata supportata da immagini di vetture che sono diventate icone dell’automobilismo (la E-Type, la C, la D): “è stata una fortuna avere alle spalle questi modelli; da queste auto (“beautiful lines, exotic silhouette”) è nata la Project 7 presentata a Goodwood”.

Più volte durante il suo intervento, Pieri ha dato merito a Rita Colomba, presidente della Scuderia Jaguar Storiche e presente in Aula per l’occasione, del lavoro fatto per la conservazione dei modelli che hanno segnato la storia del marchio britannico.

Jaguar E-type della Scuderia Jaguar StoricheAnche parlando di Goodwood, Pieri ha avuto le parole di entusiasmo che, a inizio del suo intervento, aveva riservato al Mauto: là, sulla pista, si aggiungono i suoni dei motori e si respirano gli odori degli scarichi dei motori e delle gomme consumate sulla pista. Una esperienza da non perdere …

Una lezione piena di passione, entusiasmo, semplicità di relazione: con un insegnamento importante per tutti i futuri car designer (“you design for company!”) invitati a mettere da parte personalismi e egoismi. Fondamentale, secondo Cesar Pieri, il lavoro in team, che ha concluso il suo intervento ricordando che “ciascuno di noi è artefice del proprio destino”.

Go JAG!

Cesar Pieri durante il workshop al Mauto

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