L’ Acquarossa di Fendi, “the red elixir of passion”, e le acque nere

La pubblicità, che lo si voglia o no, accompagna ogni momento della nostra vita.
Sulla carta stampata, in TV, al cinema, alla radio, in rete, sulle strade. Anche quando crediamo di restare indifferenti, non riusciamo a sfuggire ai continui messaggi pubblicitari.
Alcuni, occorre dirlo, sono belli: al punto che ci si ricorda del messaggio e magari si finisce per dimenticare il prodotto. Avete fatto caso come ormai sia una abitudine diffusa quella di dire “di tutto, di più”? Era uno slogan della Rai: in quanti lo ricordano?
Altri messaggi possono piacere o meno, ma – forse senza volerlo – si notano ugualmente.
Proprio come quello del profumo di Fendi.
Proprio come quello del profumo di Fendi.
In questo caso il messaggio pubblicitario deve riuscire a costruire, nel “target” di riferimento (già: spesso siamo un “target”, non persone ciascuna con una sua identità differente), un mondo complesso fatto di riferimenti, suggestioni, desideri, aspirazioni. Un mondo irreale; irraggiungibile nei fatti. Ma che diventa realtà perché arriva a suggestionare il nostro “io” : spingendoci ad acquistare il prodotto.
Provate a leggere quanto Fendi (www.fendi.com) scrive a proposito del suo profumo Acquarossa :
“Donne libere, forti, lungimiranti, vere. L’Acquarossa è un omaggio a questo temperamento indomito che osa infrangere le barriere, i codici, le frontiere. Temperamento infuocato, trionfo della passione: questa femminilità ardente poteva essere simbolizzata da un solo colore…il rosso. Emblema della donna Fendi. Il colore di una femminilità che brucia… che bacia.”
“Un flacone scultoreo ed elegante. La sua geometria spigolosa è monumentale: evoca l’architettura perfetta e maestosa dei monumenti romani, rivisitata da linee epurate. Laccato rosso all’estremo, lucidato, scintillante, cosmetico, impeccabile. L’oro… colore del lusso per eccellenza, ritorna per far risaltare con eleganza e opulenza la lacca rossa. Contrassegnato dalla famosa doppia F del logo Fendi, costituisce la base solida, olimpica e sublime di un flacone, insieme delicato e potente.”
“Dichiarazione di femminilità, manifesto di ricercatezza, una partenza esplosiva e vivace, divinamente italiana. Le note di Bergamotto di Calabria e Mandarino di Sicilia sono temperate da un delizioso Accordo di Prugna: effervescente, elegante, inebriante. Nel cuore del profumo il Fiore di Lantana, una scelta inedita, esaltare da un bouquet nobile di essenza di Rosa, Fiore d’Arancio e Magnolia. Essenza di Legno di Cedro Rosso, Muschio e Patchouli indonesiano confermano una composizione decisamente femminile e molto sofisticata su tutte le note.”
Non è bellissimo tutto ciò? Non c’è forse in questi messaggi il “come vorrei essere”?
Poi accade che – nell’ambito della campagna pubblicitaria – venga decisa anche una campagna di affissione di manifesti pubblicitari del profumo.
E l’Acquarossa Fendi finisce dove, forse, Fendi non immaginava.
Vicino ad acque meno rosse e un po’ più nere.
Vicino ad acque meno rosse e un po’ più nere.
D’altra parte “Fendi rende possibile l’impossibile”.
Per cui ricordiamoci sempre di considerare i messaggi pubblicitari con il giusto distacco ironico, come la fotografia scattata ai Giardini Reali di Torino ci suggerisce.