Virano Gioielli, una storia torinese
Negli spazi di Camera, tempio della fotografia torinese, dove è allestita la mostra dedicata a Man Ray, si è svolta la festa per i cento anni della gioielleria Virano, che ha realizzato gioielli anche per la Real Casa Savoia, che ha creato pezzi unici per i grandi nomi dell’industria torinese e detiene un importante titolo: è il più vecchio marchio di gioielli d’identificazione di Torino, ancora oggi operante con la stessa proprietà.
Una serata di gala per celebrare un’eccellenza con alcune delle creazioni di Virano esposte negli spazi dello store Leica (che si trova dentro Camera) e altri indossati dalle modelle durante tutta la serata.
Una storia torinese che inizia nel 1919 quando Giovanni Virano decise di allestire nella sua casa, in via Po 44, il suo primo laboratorio orafo artigianale, ponendo le basi di quella che sarebbe diventata una delle più antiche e rinomate gioiellerie di Torino.
Mentre Giovanni mandava avanti la bottega orafa, il fratello Giacinto decise di crearsi una professionalità in questo settore andando a lavorare come apprendista in alcuni dei più prestigiosi laboratori della città, acquisendo così le capacità necessarie per migliorare notevolmente la qualità, gli introiti e il successo della bottega.
La ventata di novità portata da Giacinto fu tale che, nel 1924, i fratelli Virano trasferirono la loro attività in una sede più grande, in via Bogino 4. Il più ampio e fornito laboratorio e l’assunzione di due operai, diedero ancora più sicurezza e orgoglio verso il proprio lavoro: tant’è che, nella denuncia di ditta individuale del primo gennaio 1924, i fratelli Virano decisero di non utilizzare il termine “esercizio commerciale” ma di definirsi “industria”. Nello stesso documento precisarono anche che la loro ditta si occupava di “fabbricazione di oreficerie e vendita di esse”, sottolineando la presenza dei due operai e l’assenza totale di forze motrici, come a voler esaltare l’originalità e l’artigianalità del loro lavoro. Sono proprio questi gli elementi che hanno consentito all’azienda di farsi un nome sulla scena torinese: ciò che contraddistingueva quegli anni del ‘900, infatti, era la crescente industrializzazione dei processi produttivi che comportava una sempre minore cura verso la qualità e il dettaglio dei prodotti. Virano, andando controcorrente e concentrando la sua capacità creativa verso l’unicità e l’artigianalità di ogni gioiello, ottenne un successo strepitoso nella Torino degli Anni Venti e Trenta.
Giovanni Virano si occupava principalmente della parte commerciale, mentre a Giacinto Virano venne affidato il totale controllo della parte creativa e del laboratorio. Grazie alla divisione dei compiti tra i due fratelli, alla raffinatezza delle lavorazioni orafe e, soprattutto, alla spiccata sensibilità artistica di Giacinto, la clientela della ditta torinese aumentò in maniera significativa.
Tra i clienti fissi si potevano annoverare personaggi e famiglie di spicco della “Torino bene” e addirittura, grazie ai raffinati e unici gioielli ideati e creati da Giacinto, la Real Casa Savoia diede a Virano l’onore di essere uno dei suoi fornitori ufficiali, permettendo ai fratelli di fregiarsi del marchio della casa reale.
Il successo fu tale per la gioielleria Virano che, nel 1935, cambiò nuovamente sede per trasferirsi in via Cesare Battisti 3: qui Virano visse anni di grande splendore.
Quasi a volere sottolineare la separazione dei compiti, Giacinto Virano trasferì la propria attività produttiva al primo piano di via Lagrange 2. Fu un successo enorme che durò negli anni del secondo dopoguerra, anni in cui il gioiello passò dal concetto di “prezioso tesoro di famiglia da esibire solo in occasioni particolari” ad “accessorio fashion di uso quotidiano da abbinare al proprio look”. Nel 1954 ad affiancarlo arrivò il figlio Franco che decise di ampliare la produzione, sviluppando il settore dell’argento, sia moderno sia antico, conquistando la stima dei più bei nomi del mondo dell’industria degli Anni ’60. Il successo continuò con il boom degli Anni 80-90 con il prèt-à-porter, che consentì di raggiungere un nuovo target di clienti.
Nel 1991 anche il figlio di Franco, Paolo, entrò nella ditta e fu in quegli anni che fu aperta la boutique in via Giolitti. Oggi è proprio Paolo a guidare la Gioielleria Virano.
Le immagini della serata sono disponibili sulla pagina di Okfoto.it