Normandia, dopo 70 anni lo Sbarco rivive e fa riflettere

Un accampamento ricostruito in Normandia
Normandia, un accampamento ricostruito

In Normandia, il 6 giugno del 1944 era una giornata uggiosa, tipica di quelle zone della Francia, seppur migliore di quelle che l’avevano preceduta, nelle quali il maltempo imperante aveva costretto i comandanti delle truppe alleate a rinviare lo sbarco inizialmente previsto per il giorno 5.

70 anni dopo, a dispetto del riscaldamento globale, dei mutamenti climatici e delle mezze stagioni che non ci sono più, il cielo che accoglie la nostra visita in Normandia in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dell’operazione Overlord è lo stesso, ora carico di nubi minacciose, d’un tratto capace di aprirsi in squarci di sole pieno, talvolta ventoso all’inverosimile e generoso di pioggia. Non ci dispiace, perché l’atmosfera meglio si addice all’evento.

Un figurante in divisa d'epoca alle celebrazioni per lo Sbarco in Normandia
Un militare di guardia

E l’evento, credeteci, vale da solo il viaggio per raggiungere quei luoghi (che peraltro sono spettacolari per il turismo grazie ai loro tanti motivi di interesse: natura, paesaggio, enogastronomia, arte ed architettura, ecc). Vi consigliamo  di prendervi parte almeno una volta, per sentirvi “trasportati” indietro nel tempo all’epoca dei fatti e per percepire la voglia di capire meglio che cosa è davvero successo in quei due mesi, successivi allo Sbarco in Normandia, che hanno cambiato per sempre le sorti dell’Europa.

Il calendario delle manifestazioni, soprattutto negli anni “tondi” (gli anniversari che coincidono con i lustri), è decisamente ricco, e si estende per diverse settimane.

Una jeep della Us Navy
Una Jeep Willys della Us Navy

Ci sono eventi ed occasioni di divertimento, e non bisogna nemmeno sforzarsi per scoprirli: ogni cittadina della zona diventa teatro di sfilate, campi allestiti, esibizioni di uomini e mezzi, e poi basta percorrere una qualsiasi stradina per imbattersi in decine, centinaia di veicoli militari storici, con equipaggi in divise d’epoca.

Ci sono, poi, altri impegni di forte impatto emotivo per chi vi assiste, soprattutto quelli che prevedono la presenza dei veterani di guerra che, sfidando gli acciacchi e i disagi dovuti alla loro età ormai veneranda, manifestano una ammirevole ostinazione a voler partecipare alle cerimonie per ricordare i loro commilitoni.

Due veterani in raccoglimento al cimitero americano
Veterani al cimitero americano

Abbiamo ammirato queste persone che, dopo lunghi trasferimenti aerei dall’America e dal Canada, mostrano con orgoglio le loro divise pluridecorate passeggiando tra la folla, facendosi fotografare con chi lo desidera, raccontando magari qualche aneddoto della loro personalissima versione dello Sbarco in Normandia. Ci ha colpito la loro forza di volontà, che in una fredda e piovosa giornata al cimitero americano di Omaha Beach li ha spinti ad abbandonare impermeabili ed ombrelli, e ad alzarsi dalle carrozzine che li avevano condotti sul luogo, per rimanere sull’attenti, fieri e pensierosi, dinnanzi alla statua eretta in memoria dei caduti alleati sepolti in quel luogo, prima di deporre una corona di fiori.

Migliaia di croci per ricordare i caduti nel cimitero tedesco
Il cimitero tedesco

Già, i cimiteri di guerra. Sono senza dubbio i luoghi della zona che più inducono alla riflessione. Ce ne sono tanti, troppi, sparsi lungo la costa della Normandia. Il più famoso è quello americano, con le sue 9387 croci bianche; ma noi siamo stati colpiti ancor più da quello tedesco, che di croci, questa volta nere e di pietra pesante, ne ospita oltre 21mila, alcune anonime, altre, tantissime, riferite a soldati morti quando ancora non avevano compiuto gli anni che oggi ti “identificano” come maggiorenne: è difficile pensare a questi ragazzi come ai “cattivi” della battaglia, la maggior parte di loro è morta solo perché gli è stato chiesto, o forse ordinato, di farlo.

E poi ci sono le spiagge, il luogo simbolo dello Sbarco in Normandia, e non potrebbe essere Un fotografo allo Sbarco in Normandiaaltrimenti: tutto ebbe inizio su quei pochi metri di terra che i tedeschi credettero sufficienti a difendere il loro progetto di espansione mondiale, e gli alleati considerarono uno scenario di morte inevitabile per conquistare la libertà. Abbiamo messo piede sulla sabbia bagnata di Omaha Beach e di Gold Beach in una mattina in cui il cielo era grigio e il cielo lasciava cadere gocce di pioggia simili a lacrime, mentre la nostra mente provava a riprodurre le sensazioni che si sono vissute in quei luoghi 70 anni prima. Ci siamo chiesti quali dovevano essere i rumori assordanti di quella battaglia, gli odori, le immagini che ogni soldato aveva davanti ai propri occhi… Impressionante. Inquietante. Istruttivo.

(A presto con la gallery fotografica completa)

 

Omaha Beach, un militare scruta l'orizzonte

 

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