Marcello Gandini. Genio nascosto

Marcello Gandini. Genio nascosto

Il Museo dell’automobile di Torino ospita una mostra dedicata a Marcello Gandini, genio nascosto.
Il maestro è certamente un “genio”, ma non lo si può definire “nascosto” , perché la figura di Marcello Gandini è leggendaria e il suo nome è tra i più noti e ammirati nella storia mondiale del design dell’automobile.

Marcello Gandini al Mauto


Visitare la mostra a lui dedicata suscita emozioni molto forti: ovviamente ciascuno sceglierà il percorso che ritiene più adatto al proprio modo di essere. Ma se ci è consentito dare un consiglio, il visitatore, per prima cosa, si goda il filmato in cui Gandini si racconta. Ascoltando le sue parole e osservandone gli sguardi, il visitatore scoprirà un’infinità di sfumature, potrà cogliere tutta la grandezza dell’uomo e la chiarezza di pensiero che contraddistingue i grandi artisti.

Lancia Stratos Zero


Chi meglio di Marcello Gandini stesso può raccontare se stesso? L’uomo che ha creato vetture leggendarie, che ha sempre lavorato pensando al futuro, che non nasconde la propria ambizione di ottenere un posto di lavoro alla Bertone “per avere uno stipendio a fine mese”, invece di soffermarsi sui meritatissimi riconoscimenti per ciò che ha fatto, sembra volersi scusare per alcune imperfezioni che, a suo dire, avrebbe voluto correggere sulle sue opere.
Al Museo nazionale dell’automobile di Torino va il grande merito di avere pensato a un progetto di esposizione che mette al centro dell’attenzione la figura dei grandi maestri del car design: iniziato con Giorgetto Giugiaro, proseguito con Fioravanti, ora il progetto espositivo dà spazio a Marcello Gandini.

Miura Lamborghini


La mostra, curata da Giosuè Boetto Cohen, è articolata in due sezioni. La prima presenta la storia e la produzione di Marcello Gandini; la seconda è costituita dalla parata di alcuni dei capolavori creati da Gandini.
Tra i tanti ricordiamo la Lamborghini Miura (1966), la prima berlinetta a motore centrale, rimasta in produzione fino al 1974, quando fu sostituita dalla Countach che, presentata al Salone dell’auto di Ginevra del 1971, resterà in produzione sino al 1990.

Alfa Romeo Carabo


Ci sono la Montreal Alfa Romeo, presentata all’Expo di Montreal nel 1967 e la Carabo Alfa Romeo (1968, Salone dell’automobile di Parigi).
Era il 1970 quando, al Salone dell’auto di Torino, Bertone presentò la Stratos Zero (su telaio della Fulvia HF), a cui seguirà, l’anno successivo, la Stratos HF. Ma non mancano la Mini Innocenti e la Renault Supercinque, una Moto Guzzi, un piccolo elicottero, le Maserati, una Citroen…
Una mostra capace di coinvolgere il visitatore, ancor più se questi sarà capace di contestualizzare i gioielli esposti. Perché è fin troppo semplice scrivere, ad esempio, Miura (1966). Ma cosa ben diversa è saper andare con il pensiero agli Anni Sessanta e cercare di ricordare come eravamo: con le nostre automobili, la moda, le strade, la musica, il pensiero e il modo di vivere di quel periodo; per riflettere sul fatto che, nello stesso tempo, un “genio nascosto”, su semplici fogli di carta, stava immaginando e realizzando una vettura che sarebbe diventata una icona. Una vettura che fa girar la testa anche dopo mezzo secolo dalla sua presentazione. Proprio come accadde per la Stratos Lancia: tanto innovativa e bella da poter essere considerata una novità anche oggi.

Lancia Stratos con livrea Alitalia


Così, a qualcuno che gli domandava quale sia la sua preferita tra le auto di oggi, quasi infastidito per la banalità della domanda, Gandini ha risposto: “Ho sempre pensato al futuro, raramente ho guardato al passato e ancor meno al presente”, facendo intendere molto chiaramente che oggi non ci sono auto all’altezza di quelle da lui create.

La mostra resterà aperta sino al 26 maggio 2019.
Per orari e costo del biglietto è consigliabile consultare il sito del Mauto

OkFoto.it

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